UFFICIALE APERTURA CHIESE PARROCCHIALI ROMA – Dopo il decreto emanato il 12 marzo 2020, il cardinale vicario Angelo De Donatis ha disposto una riapertura delle SOLE CHIESE PARROCCHIALI. Restano chiuse, invece, le Chiese non parrocchiali fino al 3 aprile 2020.

UFFICIALE, riaperte le Chiese parrocchiali: il decreto del cardinale vicario Angelo De Donatis

In relazione al Decreto Prot. n. 468/20, da me emanato ieri, 12 marzo 2020, si rende opportuno precisare e – nella misura del necessario modificare – quanto esposto nel n. 1 della parte dispositiva del medesimo.
La Chiesa di Roma, in piena comunione con il suo Vescovo, Supremo Pastore della Chiesa Universale, è consapevole del significato simbolico della decisione presa col predetto Decreto. L’infezione da Coronavirus si sta diffondendo in maniera esponenziale: in pochissimi giorni il numero dei contagiati è raddoppiato, e di questo passo non è difficile prevedere che in pochissimo tempo raggiunga l’ordine delle decine di migliaia di persone solo in Italia. È evidente il rischio di collasso delle strutture sanitarie, già ventilato da molti, soprattutto per la sproporzione tra le risorse di terapia intensiva disponibili e il crescente numero di malati. Potrebbe essere coinvolto un numero ancor più elevato di persone, soprattutto anziani e soggetti vulnerabili. Possiamo arginare questa tragica eventualità solo applicando misure per frenare il contagio e permettendo al SSN di riorganizzarsi. Gli italiani crescono nella consapevolezza che dietro l’invito di non uscire di casa c’è un’esigenza improcrastinabile di tutelare il bene comune.
Tuttavia, ogni provvedimento cautelare ecclesiale deve tener conto non soltanto del bene comune della società civile, ma anche di quel bene unico e prezioso che è la fede, soprattutto quella dei più piccoli.
Il Decreto Prot. N. 468/20 viene pertanto modificato, ponendo in capo ai sacerdoti e a tutti i fedeli la responsabilità ultima dell’ingresso nei luoghi di culto, in modo tale da non esporre ad alcun pericolo di contagio la popolazione e nel contempo evitare il segno dell’interdizione fisica dell’accesso al luogo di culto attraverso la chiusura del medesimo, la quale potrebbe creare disorientamento e maggior senso di insicurezza.
In particolare

SI DISPONE
Che il n. 1 del Decreto prot. 468/20 del 12 marzo u.s. venga così modificato:

1. Si esortano i fedeli, fino a venerdì 3 aprile p. v. ad attenersi con matura coscienza e con senso di responsabilità alle direttive dei Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri di questi ultimi giorni, in particolare quelle del c.d. Decreto “#Io resto a casa#”. In conseguenza di questo sopra esposto, i fedeli sono dispensati dall’obbligo di soddisfare al precetto festivo (cf. cann. 1246-1248 C.I.C.). Rimangono chiuse all’accesso del pubblico le chiese non parrocchiali e più in generale gli edifici di culto di qualunque genere (cf. can. 1214 ss. C.I.C.); restano invece aperte le chiese parrocchiali e quelle che sono sedi di missioni con cura d’anime ed equiparate. Restano altresì accessibili gli oratori di comunità stabilmente costituite (religiose, monastiche, ecc. cf. can. 1223 C.I.C.), limitatamente alle medesime collettività che abitualmente ne usufruiscono in quanto in loco residenti e conviventi, con interdizione all’accesso dei fedeli che non sono membri stabili delle predette comunità.

La comunione ecclesiale che ci lega continuerà a sostenerci nel nostro sforzo quotidiano di reagire all’emergenza con rapidità, efficacia e autentico spirito di fede.

Vi benedico. Madonna del Divino Amore prega per noi!

Dato in Roma, alla sede del Vicariato nel Palazzo Apostolico Lateranense, il giorno 13 marzo A.D. 2020.

UFFICIALE CHIUSURA CHIESE FEDELI ROMA - Con un decreto emanato il 12 marzo 2020, il cardinale vicario Angelo De Donatis ha disposto la chiusura della Chiese fino al 3 aprile 2020.

Ufficiale, il decreto del cardinale vicario Angelo De Donatis che dispone la chiusura delle Chiese fino al 3 aprile 2020

– In relazione ai Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 4, 8 e 9marzo 2020, nonché alla “Comunicazione” del Segretario Generale del Vicariato di Roma del 5 marzo 2020 e alla “Lettera ai fedeli” del Cardinale Vicario del 6 marzo 2020;
– considerate le nuove e ancor più cogenti limitazioni poste all’ordinaria circolazione delle persone del decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri emanato in data 11 marzo 2020;
– considerati, altresì i “Comunicati” dell’Ufficio Nazionale per le Comunicazioni sociali della CEI n. 11/20 in data 8 marzo u.s. e, in specie, quello n. 15/2020 in data odierna, in cui si riferisce: «Viviamo una situazione gravissima sul piano sanitario […] A ciascuno, in particolare, viene chiesto di avere la massima attenzione, perché un’eventuale sua imprudenza nell’osservare le misure sanitarie potrebbe danneggiare altre persone. Di questa responsabilità può essere espressione anche la decisione di chiudere le chiese. Questo non perché lo Stato ce lo imponga, ma per un senso di appartenenza alla famiglia umana, esposta ad un virus di cui ancora non conosciamo la natura né la propagazione»;
– viste le disposizioni di cui al mio Decreto prot. 446/20 dell’8 marzo u.s., tuttora in vigore, e confermate altresì le restrizioni alle attività ordinarie nelle parrocchie, rettorie e negli altri luoghi di culto già poste al medesimo;

SI DISPONE

che il n. 1 del Decreto prot. 446/20 dell’8 marzo u.s. venga così modificato:
1. Sino a venerdì 3 aprile 2020 l’accesso alle chiese parrocchiali e non parrocchiali della Diocesi di Roma, aperte al pubblico (cf. cann. 1214 ss C.I.C.), e più in generale agli edifici di culto di qualunque genere aperti al pubblico, viene interdetto a tutti i fedeli. Rimangono accessibili solo gli oratori di comunità stabilmente costituite (religiose, monastiche, ecc.: cf. can. 1223 C.I.C.), limitatamente alle medesime collettività che abitualmente ne usufruiscono in quanto in loco residenti e conviventi, con interdizione all’accesso dei fedeli che non sono membri stabili delle predette comunità.
I fedeli sono in conseguenza dispensati dall’obbligo di soddisfare al precetto festivo (cf. cann. 1246-1248 C.I.C.).
Sarà cura dei sacerdoti responsabili dell’esercizio di culto nei singoli luoghi (Parroci, Rettori, Cappellani, ecc.) attivarsi per dar seguito a questa disposizione, innanzitutto con la chiusura delle aule di culto e con ogni altra iniziativa idonea allo scopo.
Ricordiamo che questa disposizione è per il bene comune. Accogliamo le Parole di Gesù che ci dice «dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt. 18.20). In questo tempo, ancora di più, le nostre case sono Chiese domestiche.

Vi benedico, affidandovi tutti ancora una volta alla materna intercessione della Madonna del Divino Amore.

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