Auguri di Natale alla comunità parrocchiale di San Tarcisio Martire in Quarto Miglio

Francesco va, e ripara la mia casa (FF 1411)

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, sono don Francesco, il nuovo parroco della parrocchia di San Tarcisio, sono passati pochi mesi da quando ho iniziato con l’aiuto di Dio questa nuova missione, nella quale ho potuto fare esperienza dell’accoglienza e dell’attenzione di Dio nelle persone incontrate nel servizio svolto in questi primi mesi. 

Ogni tempo di Avvento e di Natale è sempre nuovo, ma questo ha portato a me e a voi tante novità nella vita parrocchiale di Quarto Miglio: la prima fra tutte il dono di un nuovo presbiterio, non solo con un nuovo parroco, ma con la grazia di un nuovo futuro viceparroco don Alessio che per adesso è Diacono, ma per Grazia di Dio sarà ordinato sacerdote nel maggio del prossimo anno; da poco si è aggiunto un altro aiuto per la vita pastorale della parrocchia con l’arrivo dall’India del sacerdote studente don Bosco, il cui nome già dice tutto e promette bene! Tra le tante novità con le quali il Signore ci ha visitato, ci visita e ci visiterà c’è il nuovo Diacono Permanente don Marco Campanelli, che ha risposto all’Ecco di Dio con il suo personale Eccomi! Il Signore Gesù viene e continua a visitarci nella presenza del sacerdote studente Don Giuseppe e del sacerdote ospite don Cristoforo, i quali continuano con i loro impegni di studio e ecclesiali delle proprie diocesi di appartenenza, a dare un valido supporto alla vita comunitaria parrocchiale. 

La visita di Dio con il Natale del proprio Figlio Gesù, vuole toccare il nostro cuore, che è la prima casa che va custodita e riparata per accogliere nel miglior modo Dio che viene: proprio sull’esempio di San Francesco d’Assisi, che ricevette da Dio l’invito a riparare la Sua Casa, vogliamo prenderci cura della Casa che Dio ci ha donato, a partire dalla nostra vita personale e familiare affinché tutto questo si estenda ad una vita comunitaria parrocchiale. Infatti siamo partiti rimettendo al centro la preghiera, la nostra relazione con Dio, senza la quale non possiamo fare nulla e tutto quello che facciamo è nulla senza la relazione con Dio nella preghiera. Per rimettere al centro la preghiera dobbiamo ripensare la nostra vita, spostare quelle cose che consideriamo utili e indispensabili per fare spazio all’essenziale, a Colui che può dare senso e speranza a tutto ciò che viviamo nel bene e nel male nella nostra vita. 

Nella vita di fede ogni volta che diciamo a noi stessi di non avere tempo, non stiamo trovando spazio per Gesù nella nostra vita, non perché la casa della nostra vita è piena, ma perché le cose sono sistemate male. Infatti per accogliere Gesù che viene è necessario riordinare la nostra vita alla Luce della Parola di Dio per capire cosa c’è da buttare e cosa da tenere rimettendole al giusto posto, in questo modo scopriamo non solo che c’è spazio per essere cristiani, ma che abbiamo sprecato tante occasioni per partecipare alla vita di fede! 

La difficoltà più grande è capire cosa togliere, per non diventare accumulatori seriali umanamente e spiritualmente, e ridare il giusto posto alle cose e alle persone nella nostra vita. Per questo abbiamo bisogno della relazione con Dio, nell’ascolto della Sua Parola, in parrocchia e nelle nostre case, nei sacramenti in modo particolare nella Confessione per capire cosa togliere e ridare il giusto posto alle cose e alle persone nella nostra vita. 

Non basta solo fare spazio o avere tempo, ma mettere al centro di questo spazio e del nostro tempo Gesù, Colui che viene per ridare senso a tutto ciò che viviamo e stiamo vivendo, Colui che non vuole essere solo un abitante tra i tanti della nostra vita, non vuole essere incastrato tra le tante cose che abbiamo da fare, ma vuole essere in tutto ciò che facciamo, perché Gesù non è un di più, ma è Colui per il quale noi siamo Figli di Dio! 

Con queste parole voglio esortarti insieme ai sacerdoti della parrocchia a non vivere questo tempo come il solito Natale, ma a viverlo come se fosse unico, senza doverne aspettare un altro, vivendolo non come un precetto da assolvere, ma come un’occasione per testimoniare il nostro essere cristiani! Voglio chiedervi di donare questi auguri di Natale non solo ai vicini, ma soprattutto a chi non sentite da tanto tempo, a chi non è nei vostri pensieri, a chi aspetta una vostra chiamata, a chi è lontano dalla vostra vita per diverse circostanze, perché gli auguri di Natale che ci scambiamo non rimangano a noi, ma siano l’opportunità per arrivare a qualcun altro permettendo a Gesù che viene, di accorciare a piccoli passi quelle distanze che la vita ha creato nel nostro cuore e nelle nostre relazioni umane e spirituali. 

Auguri di Buon Natale dai vostri sacerdoti don Francesco, don Giuseppe, don Cristoforo e don Bosco, dal diacono don Alessio e dal diacono permanente don Marco.   

Roma 25 dicembre 2021 

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