BEATI COLORO CHE HANNO FAME E SETE (Mt 5,6)

INTRODUZIONE

Beato chi ha fame e sete: come può essere beato chi si trova in una condizione di così grave necessità? Giustizia. Legata alla Parola di Dio (cf. Dt 4,8; Rm 7,12) e si manifesta con dei comportamenti concreti (Mt 6,1): il giusto è colui che compie la volontà di Dio e i suoi comandamenti. Gesù «adempie ogni giustizia» nel battesimo al Giordano (Mt 3,15), mostrando che amerà gli uomini sino al dono totale di sé. La fame e la sete di giustizia si traducono, quindi, in una profonda aspirazione alla santità e alla comunione con Dio. Saranno saziati. Chi brama la giustizia divina può davvero saziarsi (Sal 42,3; Am 8,11), gustando la straordinaria bontà di Dio (Sal 34,9) e la dolcezza del suo amore.

LETTURA DELLA PAROLA E COMMENTO: LA SAMARITANA (GV 4,4-42)

Gesù decide di passare per la Samaria perché sente che «è necessario» (Gv 4,4) non teme di
rompere uno schema per il bene della persona che si trova davanti a lui. Chiedendole da bere, Gesù non intende togliere nulla alla donna (4,10); il Maestro non vuole sacrifici impossibili, ma desidera donarci tutto! «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete» (4,13), ogni realtà materiale è limitata, mentre la sete umana è un desiderio incolmabile destinato a rimanere deluso. L’acqua viva che offre il Signore, invece, immagine della sapienza e dello Spirito Santo, soddisfa pienamente il desiderio. Chi la beve non deve più cercare la propria soddisfazione, ma diventa fonte di bene per altri (4,14), come la samaritana che, dimenticando il motivo che l’ha spinta ad andare al pozzo, lascia la brocca per raccontare ai samaritani ciò che le è successo (4,28-29).

PRIMO GIRO DI CONDIVISIONE

In un primo giro di ascolto i membri del gruppo sono invitati a raccontare quanto la Parola di
Dio suscita nel loro cuore anche con l'aiuto delle seguenti domande:
1. Tendo a farmi giustizia da solo o confido nella giustizia di Dio?
2. La mia comunità ed io sentiamo fame e sete di giustizia?

SECONDO GIRO DI CONDIVISIONE

In un secondo giro i partecipanti sono inviati ad esprimere quanto risuona in loro di ciò che è stato detto dagli altri.

TERZO GIRO DI CONDIVISIONE

Infine, nel terzo giro, ci si domanda, in sintesi, cosa lo Spirito Santo sta dicendo a noi. Il risultato di quest'ultima domanda, che il moderatore dovrà riferire all'Equipe parrocchiale, costituisce il frutto più prezioso di questo discernimento sinodale pertanto si invitano i gruppi a non eludere questo terzo passaggio.

PREGHIERE CONCLUSIVE

A chiusura dell'incontro è importante dare spazio ad una preghiera spontanea per ridonare al
Signore i propositi, le richieste, le speranze relative a quanto emerso dalla condivisione e concludere con le seguenti parole:

O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, 

desidera te la mia carne, in terra arida, assetata, senz’acqua.
Così nel santuario ti ho contemplato, guardando la tua potenza e la tua gloria.
Poiché il tuo amore vale più della vita, le mie labbra canteranno la tua lode.
Così ti benedirò per tutta la vita: nel tuo nome alzerò le mie mani. 

Come saziato dai cibi migliori, con labbra gioiose ti loderà la mia bocca 

(Sal 62,1-6)

Le riflessioni alle domande della scheda possono essere inviate alla mail santarcisioivmiglio@gmail.com

Le parole del Santo Padre in diretta TV a "Che tempo che fa", programma della domenica condotto da Fabio Fazio su Rai3. Papa Francesco ha toccato tutti i temi e lanciato dei messaggi importanti al mondo, a tutti.

Papa Francesco a "Che tempo che fa": sulle guerre e la fame nel mondo

"Pensi che con un anno senza fare armi, si potrebbe dare da mangiare e educazione a tutto il mondo, gratuito. Ma questo è al secondo posto. Si pensa alle guerre. E noi siamo abituati a questo. È dura, ma è la verità. La guerra è sempre distruzione. Per esempio lavorare la terra, curare i figli, portare avanti una famiglia, far crescere una società …questo è costruire. Fare la guerra è distruggere. È una meccanica di distruzione. La guerra è un controsenso nella creazione. Nella Bibbia...Dio crea l'uomo e la donna, da tutto il mondo, lavorate, fate figli, possedete la Terra. Subito dopo? Una guerra tra fratelli, un cattivo contro innocente per invidia".

Sui migranti

"Con i migranti quello che si fa è criminale. Per arrivare al mare soffrono tanto. Ci sono dei filmati sui lager nella Libia, i lager dei trafficanti. Soffrono, poi rischiano per attraversare il Mediterraneo. E poi alcune volte sono respinti. Una cosa è vera: ogni paese deve dire quanti migranti può accogliere. Questo è un problema di politica interna che deve essere pensato bene e dire ‘io fino a questo numero posso’. C’è l'Unione Europea, ci si può mettere d’accordo. Un migrante sempre va accolto, va accompagnato, va promosso, e va integrato. Accolto perché c’è la difficoltà e poi accompagnarlo, promuoverlo e integrarlo nella società. Quest’ultimo punto è molto importante. Dobbiamo pensare intelligentemente la politica migratoria: una politica continentale. Il fatto che il Mediterraneo sia oggi il più grande cimitero d’Europa ci deve far pensare. Credo che questo è realismo puro. Noi vediamo tutte queste cose, vediamo i bambini che muoiono, i migranti annegare, le ingiustizie nei Paesi, anche nel nostro..ma c’è sempre una tentazione molto brutta a guardare da un’altra parte. Non guardare".

https://twitter.com/chetempochefa/status/1490413669859090433

L'importanza di "toccare" le miserie

"Non basta vedere, è necessario sentire, è necessario toccare. E qui entra quella psicologia dell'indifferenza: io vedo ma non mi lascio coinvolgere. Manca il toccare le miserie. E il toccare ci porta all’eroicità. il tatto è il senso più pieno, che ci mette la realtà nel cuore. Penso ai medici, agli infermieri e infermiere che hanno dato la vita per questa pandemia. Hanno toccato il male e hanno scelto di rimanere lì con i malati".

https://twitter.com/chetempochefa/status/1490415111181324290

Prendersi cura del nostro pianeta

"Dobbiamo prenderci carico della Madre Terra: i pescatori di San Benedetto del Tronto venuti da me hanno trovato una volta tonnellate di plastica e hanno ripulito quel tratto di mare. Buttare la plastica in mare è criminale, uccide la terra, dobbiamo tutelare la biodiversità, dobbiamo prenderci cura del Creato".

Sulla musica e la famosa foto del negozio di dischi

"Non ero andato a comprare, queste persone sono amici da anni, gli voglio bene. Io sono andato a benedire il nuovo negozio. Ma proprio lì c'era un giornalista che aspettava un amico per prendere un taxi. Ascolto musica, mi piacciono i classici tanto. Anche il tango mi piace molto. Un porteño che non balla il tango, non è un porteño”.

https://twitter.com/chetempochefa/status/1490417182362193921

Suicidi giovanili

"Sottolineo una cosa: come è cresciuto il numero dei suicidi giovanili. Cosa significa? Pensiamo alla scuola, al bullying …questo è un’aggressività nascosta, è un problema sociale. Ho voluto soffermarmi nel primo capitolo su quali sono le ombre di questa società e lì credo che ho fatto una descrizione della maggioranza di loro.. Sono le malattie sociali di oggi".

https://twitter.com/chetempochefa/status/1490418107650818049

Sul rapporto genitori-figli

"Sul rapporto genitori-figli io dico sempre una parola: vicinanza, vicinanza con i figli. Quando si confessano, coppie giovani faccio una domanda: tu giochi con i tuoi figli? A volte sento verità dolorose. I genitori devono essere quasi 'complici' con i figli. Quella complicità genitoriale che fa sì che crescano insieme padri e figli. Questo è tanto bello".

Guardare gli altri dall'alto al basso, ma solo per aiutare

"Nella società vediamo quante volte si guardano gli altri dall’alto in basso per dominarli, sottometterli … e non per aiutare a rialzare. È lecito questo gesto solo per guardare l’altro , col rischio di cadere anche io, ma col gesto nobile di alzarlo. Un altro sguardo dall’alto in basso non è lecito mai , perché sarebbe uno sguardo di dominazione".

Dio ci ha fatto buoni ma liberi, anche di fare del male

"Dio ci ha fatto buoni, ma liberi. Quella libertà è quella che è capace a fare anche del male. Siamo liberi. Come ci ha fatto liberi, noi siamo padroni delle nostre decisioni e quindi anche decisioni sbagliate".

Il perdono è un diritto

La capacità di essere perdonato è un diritto umano. Tutti noi abbiamo il diritto di essere perdonati se chiediamo il perdono. Il diritto umano di essere perdonati: questo è importante, non dimentichiamocelo".

https://twitter.com/chetempochefa/status/1490419755949379588

Sulla sofferenza dei bambini

"Una domanda a cui non sono riuscito a rispondere è perché soffrono i bambini. Io non trovo spiegazione a questo. Io ho fede, cerco di amare Dio che è il mio padre, ma mi domando 'perché soffrono?'. Non c’è risposta. Dio è forte, onnipotente nell’amore. Dialogare col male è pericoloso. Questo vale per tutte le tentazioni e quando viene questa tentazione del perché soffrono i bambini, io trovo una sola strada: soffrire con loro".

Come si prega

"Pregare è quello che fa il bambino, quando si sente impotente. Questo è il primo grido della preghiera, ma se tu non credi che hai un papa e una mamma vicino non sai chiedere. Pregare significa guardare i propri limiti, bisogni, peccati e dire ‘papa guardami, il tuo sguardo mi purifica’. Pregare è entrare con la forza, oltre i limiti. Per noi cristiani pregare è incontrare il papà. Quello che vuole il bambino è che lo sguardo del papà sia su di lui. Non importa la spiegazione, questo gli dà sicurezza. Pregare è un po' tutto questo".

https://twitter.com/chetempochefa/status/1490424303296389125

Il rinnovamento della Chiesa, la Chiesa del futuro

"Oggi il male della Chiesa più grande è la mondanità spirituale, è una chiesa mondana. Questa mondanità spirituale fa crescere il clericalismo, una cosa brutta, una perversione della Chiesa, che porta a posizioni ideologicamente rigide. Così l'ideologia prende il posto del Vangelo".  Dobbiamo tornare al centro "Il Verbo si è fatto Carne: lì c'è il futuro della Chiesa".

https://twitter.com/chetempochefa/status/1490423166019194882

Sull'importanza dell'amicizia

A me piace stare con gli amici qualche volta, raccontare cose mie, ascoltare cose loro. Anzi io ho bisogno degli amici: questo è uno dei motivi per cui non sono andato ad abitare nell'appartamento pontificio. I Papa precedenti erano Santi, io ho bisogno dei rapporti umani.Per questo abito in questo albergo. È una vita per me più facile, l'altra vita non me la sentivo di farla, non ho le forze. Le amicizie a me danno forza".

https://twitter.com/chetempochefa/status/1490426626265567235

Da piccolo volevo fare il macellaio

"Dirò una cosa che vi scandalizzerà:la cosa che volevo fare era il macellaio perché quando andavo con la nonna o la mamma a fare la spesa, il macellaio aveva una borsa e metteva i soldi dentro e pensavo ‘sarebbe bello fare il macellaio'".

Sul senso dell'umorismo

"Il senso dell’umorismo è una medicina. Il senso dell’umorismo ti fa relativizzare le cose e ti dà una grande gioia. Questo fa tanto bene"

La richiesta di pregare per il Papa

"Chiedo di pregare per me perché ne ho bisogno. Se qualcuno non prega, mi mandi dei buoni pensieri. Mi viene in mente una scena di un film del dopoguerra che mi ha fatto tanto bene..’100 lire’…io vi dico ‘100 preghiere’."

TE-DEUM-DELLA-COMUNITA-PARROCCHIALE

Auguri di Natale alla comunità parrocchiale di San Tarcisio Martire in Quarto Miglio

Francesco va, e ripara la mia casa (FF 1411)

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, sono don Francesco, il nuovo parroco della parrocchia di San Tarcisio, sono passati pochi mesi da quando ho iniziato con l’aiuto di Dio questa nuova missione, nella quale ho potuto fare esperienza dell’accoglienza e dell’attenzione di Dio nelle persone incontrate nel servizio svolto in questi primi mesi. 

Ogni tempo di Avvento e di Natale è sempre nuovo, ma questo ha portato a me e a voi tante novità nella vita parrocchiale di Quarto Miglio: la prima fra tutte il dono di un nuovo presbiterio, non solo con un nuovo parroco, ma con la grazia di un nuovo futuro viceparroco don Alessio che per adesso è Diacono, ma per Grazia di Dio sarà ordinato sacerdote nel maggio del prossimo anno; da poco si è aggiunto un altro aiuto per la vita pastorale della parrocchia con l’arrivo dall’India del sacerdote studente don Bosco, il cui nome già dice tutto e promette bene! Tra le tante novità con le quali il Signore ci ha visitato, ci visita e ci visiterà c’è il nuovo Diacono Permanente don Marco Campanelli, che ha risposto all’Ecco di Dio con il suo personale Eccomi! Il Signore Gesù viene e continua a visitarci nella presenza del sacerdote studente Don Giuseppe e del sacerdote ospite don Cristoforo, i quali continuano con i loro impegni di studio e ecclesiali delle proprie diocesi di appartenenza, a dare un valido supporto alla vita comunitaria parrocchiale. 

La visita di Dio con il Natale del proprio Figlio Gesù, vuole toccare il nostro cuore, che è la prima casa che va custodita e riparata per accogliere nel miglior modo Dio che viene: proprio sull’esempio di San Francesco d’Assisi, che ricevette da Dio l’invito a riparare la Sua Casa, vogliamo prenderci cura della Casa che Dio ci ha donato, a partire dalla nostra vita personale e familiare affinché tutto questo si estenda ad una vita comunitaria parrocchiale. Infatti siamo partiti rimettendo al centro la preghiera, la nostra relazione con Dio, senza la quale non possiamo fare nulla e tutto quello che facciamo è nulla senza la relazione con Dio nella preghiera. Per rimettere al centro la preghiera dobbiamo ripensare la nostra vita, spostare quelle cose che consideriamo utili e indispensabili per fare spazio all’essenziale, a Colui che può dare senso e speranza a tutto ciò che viviamo nel bene e nel male nella nostra vita. 

Nella vita di fede ogni volta che diciamo a noi stessi di non avere tempo, non stiamo trovando spazio per Gesù nella nostra vita, non perché la casa della nostra vita è piena, ma perché le cose sono sistemate male. Infatti per accogliere Gesù che viene è necessario riordinare la nostra vita alla Luce della Parola di Dio per capire cosa c’è da buttare e cosa da tenere rimettendole al giusto posto, in questo modo scopriamo non solo che c’è spazio per essere cristiani, ma che abbiamo sprecato tante occasioni per partecipare alla vita di fede! 

La difficoltà più grande è capire cosa togliere, per non diventare accumulatori seriali umanamente e spiritualmente, e ridare il giusto posto alle cose e alle persone nella nostra vita. Per questo abbiamo bisogno della relazione con Dio, nell’ascolto della Sua Parola, in parrocchia e nelle nostre case, nei sacramenti in modo particolare nella Confessione per capire cosa togliere e ridare il giusto posto alle cose e alle persone nella nostra vita. 

Non basta solo fare spazio o avere tempo, ma mettere al centro di questo spazio e del nostro tempo Gesù, Colui che viene per ridare senso a tutto ciò che viviamo e stiamo vivendo, Colui che non vuole essere solo un abitante tra i tanti della nostra vita, non vuole essere incastrato tra le tante cose che abbiamo da fare, ma vuole essere in tutto ciò che facciamo, perché Gesù non è un di più, ma è Colui per il quale noi siamo Figli di Dio! 

Con queste parole voglio esortarti insieme ai sacerdoti della parrocchia a non vivere questo tempo come il solito Natale, ma a viverlo come se fosse unico, senza doverne aspettare un altro, vivendolo non come un precetto da assolvere, ma come un’occasione per testimoniare il nostro essere cristiani! Voglio chiedervi di donare questi auguri di Natale non solo ai vicini, ma soprattutto a chi non sentite da tanto tempo, a chi non è nei vostri pensieri, a chi aspetta una vostra chiamata, a chi è lontano dalla vostra vita per diverse circostanze, perché gli auguri di Natale che ci scambiamo non rimangano a noi, ma siano l’opportunità per arrivare a qualcun altro permettendo a Gesù che viene, di accorciare a piccoli passi quelle distanze che la vita ha creato nel nostro cuore e nelle nostre relazioni umane e spirituali. 

Auguri di Buon Natale dai vostri sacerdoti don Francesco, don Giuseppe, don Cristoforo e don Bosco, dal diacono don Alessio e dal diacono permanente don Marco.   

Roma 25 dicembre 2021 

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